E’ sempre appropriato usare il termine Datore di lavoro quando abbiamo a che fare con un’impresa individuale? La ditta individuale deve fare il DVR?
Il quesito apparentemente banale, alla luce della mia esperienza, spesso trova le interpretazioni più disparate da parte delle aziende, spesso con conseguenze spiacevoli, soprattutto a seguito di infortuni o, se va bene, in caso di ispezioni degli Organi di vigilanza in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.
L’impresa individuale e la figura del Datore di lavoro
L’impresa individuale, nota anche con il termine Ditta individuale, è quella particolare forma imprenditoriale svolta da un unico soggetto (Imprenditore), in possesso di partita IVA ed iscrizione al Registro delle Imprese. Nel Testo Unico Sicurezza i termini impresa individuale e ditta individuale sono del tutto assenti, è quindi importante, al fine di non ingenerare ulteriore confusione, usare gli stessi vocaboli contenuti nel D.Lgs. 81/08.
- Lavoratore autonomo: è la forma più semplice e pura di impresa individuale, costituita unicamente dall’imprenditore, che a tal fine non si avvale nè di collaboratori familiari né dipendenti o altri soggetti equiparati ai lavoratori ai sensi del D.Lgs. 81/08.
- Impresa familiare: è una forma particolare di impresa individuale, in cui l’imprenditore è affiancato da almeno un familiare nella veste di collaboratore/i, come previsto dall’art. 230-bis del Codice Civile. Possono essere presenti o meno dipendenti o altri lavoratori ai sensi del D.Lgs. 81/08.
- Azienda: è la forma di Impresa individuale in cui l’imprenditore è affiancato da personale dipendente o lavoratori equiparati ai sensi del D.Lgs. 81/08, costituendo a tal fine una vera e propria struttura organizzativa facente capo ad un’unica figura.
Evidenziamo a questo punto, caso per caso, le fattispecie in cui si rileva la presenza di un Datore di lavoro, come da definizione contenuta nel Testo Unico Sicurezza.
Il Lavoratore autonomo non è mai un Datore di lavoro
Sebbene nelle definizioni dei soggetti per i quali si applicano le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro (art. 2 del D.Lgs. 81/2008) tale figura non venga citata, nei confronti dei Lavoratori autonomi si applicano in ogni caso le disposizioni di cui all’art. 21 e 26 del Testo Unico Sicurezza, nonché, nell’ambito dei cantieri, quelle contenute nel Titolo IV (cd. Direttiva Cantieri), dove invece si riscontra una puntuale definizione di tale soggetto (art. 89 comma 1 lettera b).
Lavoratore autonomo: persona fisica la cui attività professionale contribuisce alla realizzazione dell’opera senza vincolo di subordinazione
Nelle realtà lavorative, vieppiù nei cantieri temporanei o mobili, il termine Lavoratore autonomo è di fatto conosciuto dai soli consulenti e tecnici della sicurezza, utilizzandosi nella maggior parte dei casi da parte delle imprese le parole artigiano, ditta individuale, impresa individuale, ecc.
Circostanza che nella maggior parte dei casi risulta del tutto ininfluente ai fini della corretta applicazione della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, se abbiamo a che fare con veri e propri lavoratori autonomi. Di fatto accade non così infrequentemente di imbattersi in imprenditori che in virtù del proprio “presunto” status di artigiano o ditta individuale ritengono di non dover redigere il POS o il DVR pur in presenza di una struttura organizzativa con lavoratori o personale ad essi equiparato.
Impresa familiare e Datore di lavoro, a volte si a volte no
E’ l’impresa individuale in cui assieme al titolare operano uno o più collaboratori familiari. Sebbene sia presente una struttura organizzativa, con un titolare che ha ovviamente poteri decisionali e di spesa, non esistendo “formalmente” alcun rapporto di subordinazione tra titolare e familiari di fatto non esiste un Datore di lavoro. Per le imprese familiari, come per i Lavoratori autonomi, si applica quando previsto dall’art. 21 del Testo Unico Sicurezza. Nel post Impresa familiare: è obbligatorio il DVR? troverai tutti i chiarimenti necessari.
Azienda, Datore di lavoro sempre presente
Quando il titolare di un’impresa individuale si avvale per l’esercizio della propria attività di personale lavorativo non si può più parlare di lavoro autonomo o impresa familiare, ma siamo di fronte ad un’azienda a tutti gli effetti, così come definita dall’art.2 comma 1 lettera c) del D.Lgs. 81/2008 (Azienda: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato).
Infatti sono presenti tutti i requisiti di datorialità come definiti dall’art. 2 comma 1 lettera b) del Testo Unico Sicurezza:
- Un rapporto di lavoro
- Un’organizzazione
- L’esercizio di poteri decisionali e di spesa
Il titolare di tale impresa individuale si trova quindi in una posizione di garanzia, avendo degli obblighi in materia di sicurezza previsti dal D.Lgs. 81/2008 in vari articoli del testo normativo. Non si possono più applicare le semplificazioni previsti dall’art.21 per i Lavoratori autonomi o le Impresa familiari.
Esiste un solo caso di impresa individuale in cui è presente un datore di lavoro. Quando ci troviamo di fronte ad una ditta individuale in cui sono presenti lavoratori dipendenti.
In tutti gli altri casi siamo di fronte a fattispecie per le quali il D.Lgs. 81/2008 prevede alcune semplificazioni a causa dell’assenza di una struttura organizzativa e di soggetti con posizioni di garanzia.
Faq su impresa individuale e Datore di lavoro per la sicurezza
Al fine di rendere il più chiaro possibile l’eterno dilemma che riguarda le imprese individuali di seguito riporteremo le risposte ad alcune FAQ.
Sulla Visura camerale di un artigiano si può capire se è presente un Datore di lavoro?
Si, alla voce Addetti deve essere riportata* la presenza di personale dipendente. Ovviamente dobbiamo accertarci di essere realmente di fronte ad un’impresa individuale, ad esempio verificando che la ragione sociale riporti il Nome e Cognome dell’imprenditore e non una delle forme societarie conosciute.
* tale sezione solitamente è presente a soli scopi statistici e relativa agli anni precedenti. La situazione nel momento in cui compiamo tale verificare può ovviamente essere cambiata!
Un lavoratore autonomo può diventare un Datore di lavoro?
Si, nel momento in cui assume un lavoratore, perdendo però in tal caso la qualifica di Lavoratore autonomo e diventando di fatto un’Azienda. Vediamo con tre esempi:
- Un ingegnere libero professionista che assume un ingegnere junior nel suo studio
- Un medico che si avvale di una segretaria per la presa di appuntamenti del suo studio
- Il fabbro che prende a lavorare una persona
Sono un libero professionista, se prendo a lavorare qualcuno con me ho degli obblighi?
Sei diventato un Datore di lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/2008, dovrai pertanto attivarti per l’assolvimento di tutti gli obblighi previsti (redazione del DVR, nomina RSPP ed altre figure del Servizio di prevenzione e protezione dai rischi, effettuare la formazione, ecc.).
Ho un’impresa familiare, cosa succede se assumo una persona con cui non ho alcun grado di parentela?
Perderai la qualifica di impresa familiare acquisendo invece quella di Azienda o di Impresa individuale con dipendenti. Di conseguenza decadono alcune semplificazioni previste dall’art. 21 del D.Lgs. 81/2008 per le imprese familiari.
Siamo uno studio associato composto da soli professionisti, come ci dobbiamo comportare?
Se tutti i professionisti che compongono lo studio operano in piena autonomia, senza alcun vincolo di subordinazione nei confronti dell’Associazione, non si rileva la presenza di cd. lavoratori, pertanto la disciplina applicabile a tale fattispecie è la stessa prevista per i Lavoratori autonomi. A tal fine segnalo l’interpello n. 5/2016 della Commissione Interpelli, che conferma in pieno tale tesi.
Salve, un’impresa individuale con 1 dipendente ed 1 socio (totale tre addetti) deve eseguire lavori in un cantiere. Il titolare mi conferma che al momento non ha nessun dipendente, nonostante nella visura camerale appaia 1 dipendente. Posso fargli fare una dichiarazione attestante di non avere dipendenti e quindi non dover redigere DVR e POS? Sarebbe valida per gli ispettori (asl, ispettorato etcc) oppure ciò che conta è la visura? Grazie
Buongiorno, dovrebbe chiarire se il socio è effettivamente un socio (ed in questo caso non credo si stia parlando di un’impresa/ditta individuale) oppure se voleva scrivere, al posto di socio, collaboratore famigliare.
Questo perchè cambiano gli obblighi in materia di sicurezza. Attendo questo chiarimento per rispondere al quesito.
Grazie
Buonasera,
un ditta individuale con un lavoratore e 2 collaboratori familiari chi deve fare i corsi obbligatori ai sensi dell’art. 37 del Dlgs 81/08 (corso formazione generale e specifica)?
Solo il lavoratore o anche i 2 collaboratori familiari?
Grazie
Buonasera,
la risposta alla domanda non è semplice in virtù della complessità della questione e degli aspetti, soprattutto giuridici, che la riguardano.
L’interpretazione dello scrivente è che l’obbligo di formazione dei suddetti non sia presente solo ed esclusivamente se l’attività d’impresa sia a tutti gli effetti inquadrabile in quella di impresa familiare ex art. 230-bis codice civile, ovvero se i collaboratori familiari non sono “dipendenti” ai fini Inps e quindi il titolare d’impresa non sia inquadrabile quale Datore di lavoro nei loro confronti (ovviamente lo sarà nei confronti del lavoratore sopracitato che dovrà essere obbligatoriamente formato, e sottoposto a sorveglianza sanitaria ove prevista dalla valutazione rischi).
In ogni caso, al di là dell’interpretazione della norma, suggerirei di far prevalere l’aspetto sostanziale rispetto a quello formale e di provvedere alla formazione dei collaboratori dell’impresa familiare, seppur facoltativa come previsto dall’art. 21 D.Lgs. 81/08.
Grazie per la risposta.
Anch’io pensavo a un’applicazione più restrittiva dell’81/08 (con frequenza corsi ed eventualmente visite mediche) per quanto riguardava i collaboratori familiari (anche perchè l’azienda è inquadrata come impresa individuale e non familiare).
Buona continuazione e buon lavoro