Mascherine chirurgiche, guida completa alla scelta

Published by Fabio Moscatelli on

Mascherine chirurgiche guida completa alla scelta
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Devi riprendere l’attività e non sai quali mascherine chirurgiche scegliere?

In questa guida provo a fare un pò di chiarezza su un argomento mai di moda come in questo periodo. Ovviamente senza alcuna pretesa di sostituirmi agli esperti nati in queste settimane (se non conosci l’effetto Dunning-Kruger ti consiglio un veloce passaggio su Wikipedia).

PS: questa guida è rivolta a chi opera negli ambienti di lavoro, ma contiene spunti interessanti anche per la casalinga di Voghera (RIP Arbasino) che voglia chiarirsi le idee.

Buona lettura.

Cosa sono le mascherine chirurgiche?

Le mascherine chirurgiche sono dispositivi che nascono ad uso medico, spesso indicati con l’acronimo DM, ma in questo periodo di emergenza alcune di esse acquisiscono lo status di DPI (Dispositivo di protezione individuale).

Che mascherine trovo in commercio?

In questo articolo parleremo delle mascherine chirurgiche per i luoghi di lavoro e cantieri. Salvo qualche richiamo non parlerò delle mascherine scadenti, di dubbia qualità e provenienza, che si possono trovare online, in genere a cifre assurde e utili (forse) per un uso civile, non certo lavorativo.

Quali mascherine trovi in vendita? In condizioni normali avresti trovato mascherine provviste di marchio CE (se il marchio è autentico sono certamente idonee all’uso, non servono ulteriori prove), in queste settimane e nei prossimi mesi il mercato italiano sarà invece invaso da mascherine sprovviste del marchio di conformità CE, ma utilizzabili regolarmente se prodotte in deroga per l’emergenza Covid-19.

Classificazione delle mascherine chirurgiche

Per la classificazione delle mascherine chirurgiche la norma di riferimento è la UNI EN 14683:2019, in questo periodo messa a disposizione gratuitamente dall’ente Italiano di Normazione (UNI) sul suo store. Se vuoi evitare la registrazione (richiesta sul sito Uni) la puoi scaricare senza registrazione nella sezione Covid-19 del blog.

La norma UNI 14683 individua tre tipologie di mascherine: Tipo I, Tipo II e Tipo IIR. La classificazione in Tipo I o II dipende dall’efficienza di filtrazione batterica, come vedi nella tabella qui sotto.

Classificazione mascherine chirurgiche UNI 14683

A sua volta il Tipo II è ulteriormente suddiviso a seconda che la maschera sia resistente o meno agli spruzzi. In caso di resistenza agli spruzzi sarà presente la lettera “R”.

Scelta della mascherina 

Per i lavoratori attivi nel mondo sociosanitario (ospedali, case di cura, RSA, ambulatori, servizi di ambulanza, ecc.) la scelta dovrebbe prioritariamente ricadere su mascherine chirurgiche tipo IIR, come da indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e della norma UNI 14683.

Per tutti gli altri lavoratori fuori dall’ambito sociosanitario (es. imprese produttive, commercio, servizi, ecc.) non sono previste raccomandazioni particolari sulla scelta, quindi potremo affidarci ad una delle tre tipologie di mascherine chirurgiche descritte. Ovviamente fossero disponibili quelle di classe protettiva maggiore (tipo II o IIR) un Datore di lavoro accorto non potrebbe che far ricadere la sua scelta su queste invece che su quelle in classe I. 

L’importante è acquistare solo mascherine certificate (riconoscibili dal marchio CE) oppure validate. Per capire se sono validate ti invito a leggere il resto dell’articolo..

Le mascherine chirurgiche sono Dispositivi di Protezione Individuali (DPI)?

Il Decreto Cura Italia ha equiparato le mascherine chirurgiche ai Dispositivi di Protezione Individuali (DPI), esclusivamente:

  • Fino al termine del periodo di emergenza Covid-19
  • Per i lavoratori

Le mascherine chirurgiche nascono all’origine come presidi ad uso medico secondo norma EN 14683, utilizzabili in condizioni normali dagli operatori sanitari. In ambito civile l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), massima autorità mondiale in materia, raccomanda di indossare una mascherina solo se si sospetta di aver contratto il Coronavirus e si presentino sintomi quali tosse o starnuti e se ci si prende cura di una persona con sospetta infezione da Covid-19. E’ evidente che in ambito lavorativo tali casistiche richiederebbero l’immediato allontanamento del lavoratore e l’adozione di misure di sicurezza ad hoc.

Quindi l’attribuzione dello status di DPI da parte dello Stato Italiano è da considerarsi una deroga provvisoria, nata per fronteggiare l’attuale carenza dei DPI di protezione per le vie respiratorie propriamente detti, gli ormai famosi facciali filtranti, detti anche respiratori o semimaschere noti con le sigle FFP2 e FFP3.

Tale norma contenuta nel Decreto Cura Italia vale solo negli ambienti di lavoro, quindi se dobbiamo andare a fare la spesa non ci serve una mascherina chirurgica che abbia lo status di DPI!

Importante!

L’uso obbligatorio delle mascherine chirurgiche è previsto quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno m.1, condizione necessaria ma non sufficiente, in quanto l’uso va combinato con le seguenti misure:

  • Lavaggio frequente delle mani con detergenti idonei ed in modo accurato
  • Evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani
  • Tossire o starnutire all’interno del gomito con il braccio piegato o di un fazzoletto, preferibilmente monouso, che poi deve essere immediatamente eliminato

Spero sia abbastanza chiaro il concetto. Senza il rispetto di banali misure igieniche e di prevenzione l’uso delle mascherine chirurgiche come DPI rischia di essere inefficace ed in alcuni casi anche dannoso. E’ quindi necessaria una giusta consapevolezza nell’uso delle stesse. Ricordiamocelo bene quando dobbiamo indossarle!

Con l’uso delle mascherine chirurgiche sono al sicuro?

Al sicuro sicuro direi proprio di no. Vediamo il perchè.

  • Le mascherine chirurgiche nascono per proteggere chi ci sta vicino, non noi che le indossiamo. E’ quindi sufficiente che qualcuno non le usi per renderne vano l’utilizzo da parte di chi è invece ligio alle regole. Tra qualche riga spiegherò, tuttavia, perchè ne è stato previsto l’uso come Dispositivo di Protezione Individuale.
  • L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in combinazione con altre misure di igiene. Lo abbiamo già spiegato poco sopra.
  • E’ possibile che l’uso delle mascherine possa addirittura aumentare il rischio di infezione a causa di un falso senso di sicurezza e di un maggiore contatto tra mani, bocca e occhi.

Il concetto di sicurezza è quindi relativo, l’obiettivo è quello di raggiungere un livello di rischio accettabile, sapendo che il rischio zero non esiste in queste situazioni. Tuttavia l’uso delle mascherine chirurgiche in combinazione con le altre misure di sicurezza consente di poter affermare con ragionevole certezza di operare in una condizione sicura per la maggior parte della popolazione lavorativa. Se hai mai sentito parlare di Gauss e degli intervalli di confidenza sai di cosa parlo.

Se non proteggono chi le usa, perchè indossare le mascherine chirurgiche come DPI?

Prendo a prestito il famoso detto “Piuttosto che niente, meglio piuttosto

Siamo in una situazione di emergenza? Risposta affermativa!

Sono facilmente disponibili DPI che nascono come tali, quali i facciali filtranti come gli FFP2 e FFP3? Risposta negativa!

Ecco il motivo per cui, mettendo insieme il tutto, non ci resta che “arrangiarci” con soluzioni tecnicamente non perfette ma che possono contribuire a ridurre i rischi.

Attenzione però. C’è una notizia positiva. Sono presenti evidenze scientifiche, derivanti da studi svolti su alcuni virus influenzali, che dimostrano come non siano presenti sostanziali differenze del tasso di malattia tra gli operatori che indossavano mascherine chirurgiche rispetto ai colleghi che usavano facciali filtranti. Oltre alla medicina ci vengono in soccorso anche altri nobili scienze, quali la fisica e la statistica, dove scienziati più o meno conosciuti (Jean Baptiste Perrin non ti dirà granché, a differenza di Albert Einstein) hanno vinto il Nobel con i loro studi sul moto delle particelle (noto come moto browniano). Complicato da spiegare in un blog che parla di sicurezza sul lavoro, sebbene ne abbia le capacità non vorrei cimentare in tale arte, sono già i fenomeni del web tanto cari agli studiosi della Cornell University David Dunnig e Justin Kruger.

Si possono usare mascherine chirurgiche non certificate?

Se per non certificate intendi prive della marcatura di prodotto CE si è possibile.

Ti invito tuttavia a prestare estrema attenzione e cautela, perchè ci sono dei distinguo da fare. Devi infatti sapere che:

  • Tutte le mascherine chirurgiche devono essere validate dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Vai sul sito ISS per leggere l’elenco, in continuo aggiornamento, degli importatori e/o produttori validati.
  • E’ vietato utilizzare come DPI di protezione per le vie respiratorie mascherine chirurgiche autocostruite.

Esiste quindi una deroga all’uso di mascherine prive del marchio CE, ma questo non significa che si possano usare DPI privi degli standard e requisiti di sicurezza, che poi sono quelli previsti dalla norma UNI 14683. Prima di effettuare un ordine accertati della provenienza e della presenza della validazione della fornitura.

PS: se ti vendono una mascherina conforme alla UNI 14683 accertati che sia CE oppure che sia validata dall’Istituto Superiore di Sanità.

Le mascherine chirurgiche vanno sempre indossate nei luoghi di lavoro?

E’ obbligatorio l’uso di mascherine chirurgiche per la protezione delle vie respiratorie se:

  • Non è possibile mantenere la distanza interpersonale di almeno m.1.
  • E’ impraticabile l’adozione di altre misure di prevenzione di tipo organizzativo.
  • Non sono disponibili DPI più appropriati quali maschere FFP2 e FFP3.

E’ quanto previsto dal “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto tra Governo e Parti Sociali.

Sarà compito di ogni azienda, attraverso il proprio Servizio di prevenzione e protezione dai rischi, valutare caso per caso quando prevedere l’uso delle mascherine chirurgiche come DPI, in funzione delle modalità lavorative e degli spazi di lavoro.

Potranno quindi essere valutate alcune situazioni lavorative in cui non è obbligatorio l’uso delle mascherine.

NB: per alcuni settori lavorativi particolarmente a rischio (es. ospedali, RSA, ambulatori, servizi di ambulanza, ecc.) le Autorità sanitarie nazionali e regionali hanno fornito prescrizioni specifiche e di dettaglio sulle procedure da adottare durante le attività, sia quelle non Covid-19 sia quelle in presenza di persone contagiate.

Nei cantieri possiamo usare mascherine chirurgiche come DPI?

Il cantiere è un ambiente di lavoro particolare, dove:

  • Non è sostanzialmente possibile rispettare il distanziamento sociale di m.1, in quanto moltissime attività possono essere svolte solo con la collaborazione dei colleghi di lavoro.
  • Non sono disponibili soluzioni organizzative che possono evitare il contatto sociale.
  • Lo smart working non è possibile, ovvero è parzialmente praticabile solo per le figure apicali (es. capocantieri/preposti) che devono periodicamente recarsi in sito.
  • E’ presente un andirivieni di fornitori che può si essere controllato ma non eliminato.
  • L’adozione di misure igieniche adeguate è possibile solo in alcuni ambienti predefiniti, quali spogliatoi, servizi igienici, baracche di cantiere. Gli ambienti propri di lavoro sono in genere polverosi e non possono essere sanificati in modo impeccabile e giornalmente.

Tenendo conto del particolare contesto lavorativo è tuttavia possibile continuare le attività, con l’adozione delle cautele necessarie, come previsto dal  “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contenimento della diffusione del virus Covid-19 nei cantieri edili” sottoscritto tra Ministeri competenti e Parti Sociali, diretta derivazione del Protocollo nazionale per gli ambienti di lavoro.

Cosa dice tale Protocollo in merito alle mascherine chirurgiche?

Non ci si deve sorprendere se nel Protocollo non si accenna mai alle mascherine chirurgiche, ma viene utilizzato in modo indistinto e generico il termine “mascherine“.

Tuttavia laddove il Protocollo al punto 5 recita “data la situazione di emergenza, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dell’autorità sanitaria e del CSE ove nominato” è del tutto evidente l’ammissione all’uso, oltre ai facciali filtranti tipo FFP2 e FFP3, anche delle mascherine chirurgiche, visto lo status provvisorio di DPI da queste acquisite.

La presenza a completamento di tale indicazione della frase “…e del CSE” sembrerebbe inoltre rendere obbligatorio il diretto coinvolgimento del Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, figura quanto mai importante per la gestione delle fasi lavorative interferenti (e il rischio esogeno biologico da Covid-19 lo è).

Informazione, formazione e addestramento

Come tutti i DPI è obbligatorio fornire ai lavoratori l’informazione e formazione sui rischi e circa l’uso corretto, come previsto dal D.Lgs. 81/2008. E’ inoltre parere dello scrivente che l’informazione e la formazione debbano essere affiancate dall’addestramento all’uso, in quanto da considerarsi DPI di terza categoria, necessari per proteggersi da un rischio biologico potenzialmente mortale. Pareri in merito? 

Devo indossare le mascherine anche nei tragitti casa-lavoro?

Se ti poni questa domanda è perchè hai sentito parlare di rischio in itinere oppure vivi in una di quelle Regioni che hanno adottato ordinanze specifiche sull’uso delle mascherine fuori casa.

Partiamo col dire che se sei da solo al volante non ci sono le condizioni di trasmissione del rischio, quindi in tale situazione non vi è alcuna utilità ad indossare una mascherina. Ricordati almeno di sanificare le parti di contatto del veicolo (portiera, volante, comandi, cambio, ecc.).

Se invece devi viaggiare in compagnia di colleghi, e non sono possibili soluzioni organizzative differenti, è improbabile riuscire a rispettare il distanziamento sociale. Ebbene l’avrai già capito, in tal caso l’uso delle mascherine è raccomandato.

PS: da evitarsi in questi periodi pratiche antitraffico quali carpooling, rentacar e altre diavolerie del ventunesimo secolo.

Si possono riutilizzare le mascherine chirurgiche?

Sono da considerarsi dispositivi monouso, del tipo usa e getta. A tal fine la norma UNI 14683 fornisce alcune utili indicazioni, dovrebbe infatti essere smaltita quando:

  • Non è più necessaria, ad esempio al termine del turno di lavoro.
  • Tra due necessità di utilizzo, quando c’è un’ulteriore necessità di protezione si dovrebbe indossare una nuova mascherina.
  • Se diminuisce l’efficacia filtrante, ad esempio in caso di inumidimento.
  • Viene toccata con le mani.

In rete non mancano tutorial e video per la pulizia/sanificazione delle mascherine, da ritenersi validi solo in ambito extra-lavorativo. E’ vero, sono presenti anche alcune evidenze scientifiche che dimostrano come l’uso di alcune tecniche di sterilizzazione/disinfezione ne consentirebbe il riutilizzo, ma nulla ad oggi risulta validato in Italia, quindi non resta che trarne le giuste conseguenze.

Come si smaltiscono le mascherine 

Le mascherine chirurgiche utilizzate in ambiente di lavoro, non contaminate, sono considerati “Rifiuti speciali assimilati agli urbani“, codice CER 200301, smaltibili quindi nei rifiuti indifferenziati (secco non riciclabile). 


Fabio Moscatelli

Blogger ed ingegnere, mi occupo di sicurezza sul lavoro dal 2003, aiutando le aziende a districarsi nei meandri del D.Lgs. 81/2008. Il blog nasce per condividere e diffondere a 360° la cultura della sicurezza. Safety First!

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