Il defibrillatore nei luoghi di lavoro è obbligatorio?

Published by Fabio Moscatelli on

Defibrillatore DAE nei luoghi di lavoro
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E’ obbligatorio il defibrillatore sui luoghi di lavoro? Gli addetti al primo soccorso devono saper utilizzare il DAE?

Arresto cardiaco, i numeri del nostro Paese

Ogni anno nel nostro Paese i morti per arresto cardiaco sono circa 60 mila, un numero impressionante pari a circa il 10% del totale dei decessi. La letteratura scientifica ha ampiamente dimostrato che, in caso di arresto cardiaco, un intervento di primo soccorso, tempestivo e adeguato, svolto anche da personale non sanitario, contribuisce in modo statisticamente significativo a salvare fino al 30% in piu’ delle persone colpite.

In questi scenari la presenza sul luogo delle emergenze di un defibrillatore, noto anche con il termine di DAE, può contribuire ad aumentare la probabilità di sopravvivenza della persona in pericolo di vita.

Con le più recenti novità normative si è scelto di operare alcune modifiche, con l’intento e la speranza di salvare più vite umane.

Quando è obbligatorio il defibrillatore

Il Decreto Balduzzi ha già da qualche anno reso obbligatoria l’installazione di defibrillatori nell’ambito dello sport professionistico e dilettantistico. Con le più recenti novità in materia di primo soccorso sanitario si è scelto di estendere la diffusione anche ai seguenti ambiti:

  • Scuole di ogni ordine e grado
  • Università
  • Comuni ed altre amministrazioni ed Enti
  • Aeroporti, stazioni ferroviarie e porti
  • Mezzi di trasporto (aerei, treni, navi, traghetti) con durata viaggio di almeno 2 ore
  • Servizi di trasporto extraurbano in concessione

Limitatamente alle sedi delle pubbliche amministrazioni, i defibrillatori dovranno essere installati nelle realtà aperte al pubblico, con almeno 15 dipendenti.

Cos’è il defibrillatore (DAE) e come funziona

I defibrillatori, noti anche come DAE, sono dispositivi elettronici portatili utilizzabili per la rianimazione cardiopolmonare. DAE è l’acronimo di Defibrillatore Automatico Esterno, mutuato dall’inglese AED (Automated External Defibrillator). Il termine DAE viene utilizzato per indicare anche i debrillatori di tipo semiautomatico.

Il DAE è costituito da un corpo macchina centrale e dai terminali di erogazione della scarica (piastre o elettrodi).

Il corpo macchina del DAE è il vero e proprio centro del sistema, costituito da un dispositivo elettronico avanzato in grado di analizzare il ritmo cardiaco e impostare i parametri di corrente da erogare, quando la persona da soccorrere è defibrillabile. Le piastre sono invece i terminali che vanno posti sul corpo della persona da rianimare, attraverso i cui elettrodi transita la corrente necessaria a rimettere in moto il cuore.

L’utilizzo dei DAE si è evoluto negli anni, dai primi modelli di peso consistente si è passati ai dispositivi di ultima generazione, estremamente leggeri e maneggevoli ma soprattutto user-friendly, in grado di guidare il soccorritore attraverso messaggi vocali mediante una procedura guidata.

I DAE disponibili sono prevalentemente di tipo semiautomatico, cioè richiedono un intervento volontario del soccorritore, con pressione del tasto dedicato, per l’erogazione della scarica elettrica alla persona da rianimare.

Tutti i defibrillatori devono essere provvisti di marcatura CE, in quanto dispositivi medici che devono rispondere alle normative tecniche di settore, nonchè essere accompagnati da certificazione di conformità CE e libretto ed istruzioni per l’uso e la manutenzione.

L’obbligo del defibrillatore nei luoghi di lavoro

In conseguenza delle ultime modifiche normative intervenute, non è stato esteso l’obbligo del defibrillatore in tutti i luoghi di lavoro, ma esclusivamente in quelli pubblici rientranti nell’elenco sopra riportato.

Pertanto nei luoghi di lavoro privati non vi è alcun obbligo di dotarsi di DAE. Non si rinviene infatti, all’interno del D.Lgs. 81/2008, alcun articolo che cita specificatamente l’uso di dispositivi medici per la rianimazione. Sui luoghi di lavoro, in tema di gestione delle emergenze di tipo sanitario, si fa riferimento alla normativa inerente la formazione degli addetti al primo soccorso aziendale, entrata in vigore nel 2003 in un periodo in cui i defibrillatori non erano ancora conosciuti e diffusi come oggi.

Tuttavia:

Il non obbligo del defibrillatore nelle aziende non significa che non puoi installarne uno….

Se sei un Datore di lavoro sensibile, dovresti prendere in seria considerazione la possibilità di installarne uno all’interno della tua azienda.

Gli incentivi Inail per l’acquisto del DAE

Ormai già da qualche anno, anche a suffragare il non obbligo di installare un defibrillatore nei luoghi di lavoro, INAIL, attraverso il modello OT23, incentiva le aziende in regola con gli adempimenti obbligatori in materia assicurativi e di sicurezza sul lavoro, che provvedono ad un upgrade della sicurezza con interventi migliorativi.

Tra gli interventi incentivabili, con una riduzione del premio versato ad Inail, rientra anche l’acquisto del defibrillatore, accompagnato dalla formazione BLS-D del personale dell’azienda.

Ne ho parlato in questo articolo:

I soggetti che possono usare il defibrillatore

A partire dal 28 agosto 2021 l’uso del defibrillatore, precedentemente prerogativa del personale sanitario e di quello non sanitario (laico) formato, è stato esteso anche a chi non ha frequentato corsi specifici in materia. E’ la principale novità della Legge n. 116/2021, che modifica la vecchia normativa sull’uso del DAE in ambienti extraospedalieri.

L’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico e’ consentito anche al personale sanitario non medico, nonche’ al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attivita’ di rianimazione cardiopolmonare. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco e’ comunque consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso dei requisiti di cui al primo periodo.

E’ quindi sufficiente il sospetto arresto cardiaco per poter utilizzare il DAE da parte di chiunque, purchè nel luogo dell’emergenza non siano già presenti soggetti che, in virtù della formazione svolta, hanno delle competenze specifiche.

La domanda sorge tuttavia spontanea. Come può un soggetto privo delle più elementari nozioni di primo soccorso e individuare un sospetto arresto cardiaco? Come può utilizzare senza una formazione di base un’apparecchiatura elettrica che genera una scarica elettrica potenzialmente dannosa?

Fornire delle risposte non è certo cosa semplice e scontata. Tuttavia, la pronta chiamata al Numero Unico di Emergenza 112, consentirà anche al soccorritore meno esperto l’adeguato supporto per intervenire, anche con il defibrillatore.

Quali sono le responsabilità penali per il soccorritore non formato

Se da un lato l’intento primario degli estensori della nuova legge in tema di uso del DAE è quello di salvaguardare più vite umane possibili, dall’altro si pone il tema della sicurezza dell’utilizzatore e della vita della persona soccorsa, che potrebbe essere messa in pericolo a causa di un uso maldestro del DAE.

Su quest’ultimo punto, a fronte dei dati derivanti dalla letteratura scientifica (ogni 1′ guadagnato aumenta fino a 10% le probabilità di sopravvivenza) il consentire l’uso del DAE anche a persone non formate si può rivelare fondamentale per salvare vite umane.

Per tutelare i soccorritori non esperti da possibili azioni legali, la normativa sull’uso del DAE in ambito extraospedaliero è stata quindi integrata con il seguente passaggio normativo:

Si applica l’articolo 54 del codice penale a colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare

Cosa prevede l’articolo 54 del c.p.?

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sè od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, nè altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo

Viene quindi inserita in tema di uso del defibrillatore la non punibilità del soccorritore, una sorta di scudo penale a maggiore tutela di chi, intervenendo in soccorso di una persona in grave condizione di pericolo per la propria vita, possa essere chiamato successivamente a rispondere penalmente di eventuali danni causati durante il soccorso.

Non significa che non ci si potrà ritrovare coinvolti in un’indagine, ma certamente questa novità consentirà anche ai più dubbiosi di intervenire, costi quel che costi, per salvare una vita umana.

Sarà tuttavia compito delle istituzioni diffondere il messaggio, per informare chi oggi per propria tutela, pur avendone le possibilità, sceglie di non intervenire nel timore di possibili conseguenze. Sarà questo il compito forse più arduo, informare le fette più ampie della popolazione, con un percorso mirato che parta già dalle scuole.

I corsi BLS-D per l’uso del defibrillatore

Al fine di promuovere la cultura del primo soccorso, oltre alle opportune campagne di sensibilizzazione del Ministero della Salute, è opportuno che si provveda alla diffusione capillare non solo dei DAE, ma anche di personale formato ed addestrato all’uso. Si consiglia pertanto di promuovere, nelle aziende ma non solo, la formazione di personale in grado di gestire un’emergenza sanitaria con l’uso del defibrillatore.

La normativa di riferimento per i luoghi di lavoro, il DM 388/03, è del tutto carente in tema di DAE e non più adeguata ai tempi che corrono ed al progresso tecnologico che avanza inesorabile nel tempo. Nei corsi BLS-D, erogati in contesti aziendali e non, vengono fornite le nozioni teorico-pratiche per la rianimazione cardipolmonare e l’uso del DAE.

Manca tuttavia un’armonizzazione tra corsi primo soccorso aziendali e corsi BLS-D, sia in termini di durata (12/16 ore per la formazione DM 388, 5 ore o più per i corsi BLS-D), sia per quanto riguarda il cosiddetto re-training o aggiornamento (ogni 3 anni per i corsi di primo soccorso e 2 anni per l’utilizzo del DAE).

E’ quindi del tutto evidente la necessità di uniformare il panorama in materia di primo soccorso, al fine di eliminare ogni incongruenza e diffondere, nel modo più capillare possibile, le persone in possesso di conoscenze tecnico-pratiche per l’utilizzo corretto dei DAE.

Categories: Sicurezza

Fabio Moscatelli

Blogger ed ingegnere, mi occupo di sicurezza sul lavoro dal 2003, aiutando le aziende a districarsi nei meandri del D.Lgs. 81/2008. Il blog nasce per condividere e diffondere a 360° la cultura della sicurezza. Safety First!

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